Per la serie “mai gettare niente”, ecco una ripresa di Giove di quasi due mesi addietro, durante le ancora tormentate (climatologicamente parlando) serate primaverili in cui il pianeta gigante era ancora abbastanza alto. In realtà questa immagine, scaturita da filmati di test tra le ultime due camere acquistate a fine 2014, la stavo quasi per cestinare a causa dell’eccessivo rumore elettronico scaturito dalle predette prove tecniche, ma mi sono accorto che il “famigerato seeing” (impropriamente parlando, la “stabilità atmosferica”) non era malvagio e lavorando il tutto, ecco uscir fuori l’immagine che vi presento, una classica RGB risultante dalla somma (derotata con WinJupos) di 4 Red, 3 Green e 3 Blue stacked images nell’arco di 14 minuti.
Da notare la G.R.S. (Grande Macchia Rossa) ormai quasi tramontata, sul bordo destro estremo, ai limiti della grande S.E.B. (Banda Equatoriale Sud) del classico colore rossastro, mentre è sorta (sul bordo sinistro del pianeta), sopra la N.E.B. (North Equatorial Belth), la cosidetta macchia Z o “Spot Z” così denominata, quando apparve per la prima volta nel 1997, dal coordinatore della sez. Giove dell’A.L.P.O. – John H. Rogers -, che mantiene latitudini relativamente costanti (attorno a 19°N).
Grazie ancora per la Vs. cortese attenzione!
…. e ad maiora … semper !
Dettagli Tecnici:
Celestron C14 Starbright ad F/24 – Baader-Zeiss barlow 2X – Filtri RGB Baader – Camera ZWO ASI 120MM-S – A.H.S. ADC – Ruota portafiltri Atik EFW2 – Seeing 6/10 per il canale Rosso.